Nasce un bambino: come la vede il gatto?

nasce un bambino come la vede il gatto

Quando in famiglia giunge la notizia di un bebè in arrivo, sono moltissime le emozioni felici che accompagnano questo evento. Si comincia a pensare ai preparativi per il nascituro e a immaginare i tanti meravigliosi cambiamenti, che saranno portati dall’arrivo del bambino… Ma siamo sicuri che anche il nostro compagno gatto la veda allo stesso nostro modo?

Il gatto è un animale molto empatico, territoriale e legato alle routine quotidiane. L’arrivo di un bambino comporta tutta una serie di cambiamenti sia a livello emotivo-relazionale, sia di utilizzo di alcuni spazi della casa e di tempi a lui dedicati, che potrebbero causargli molta confusione.

Per alcuni gatti, più sicuri e fiduciosi, tutte queste novità potrebbero apparire interessanti, ma in altri casi, potrebbero creare delle problematiche.

Nuovi suoni, odori, oggetti, cambi d’ arredamento, interdizione ad accedere a delle stanze o salire su dei mobili, possono far aumentare i livelli di stress o ansia, in quanto il nostro micio, di colpo, non sente più di avere il controllo del suo ambiente e la sicurezza delle sue abitudini.

Quindi, come agevolare il nostro gatto ad accettare i vari cambiamenti in atto, aiutandolo a vivere questa fase in modo positivo?

È importantissimo procedere gradualmente, fin dalle prime fasi della gravidanza.

Occhio alle Routine

Ancor prima della nascita del bambino, cominciare ad introdurre delle routine regolari, che simuleranno il nuovo schema di vita presente dopo l’arrivo del bebè.

  • Come abbiamo detto, i gatti sono animali estremamente empatici e sensibili ai cambiamenti ormonali, per cui da subito percepiranno i mutamenti legati alla gravidanza. Se fa piacere, permettergli di accoccolarsi delicatamente vicino alla pancia e dedicagli qualche attenzione, può facilitare l’associazione di emozioni positive, utili alla futura familiarizzazione col nascituro.
  • Dal punto di vista relazionare, non far mancare al gatto i giusti tempi dedicati al gioco interattivo, ricompense, spazzolature e coccole. Bastano 15 minuti al giorno! Ricordandoci che, se vi sono più gatti in famiglia, ad ognuno di loro bisognerà dedicare questi momenti singolarmente, abitudine che andrà mantenuta stabile, anche dopo l’arrivo del bambino.
La cameretta

Nei mesi precedenti alla nascita, vi è la canonica preparazione della cameretta e di tutti gli oggetti necessari all’arrivo del bebè.

  • Qualora questo comporti un cambio di posizione delle risorse essenziali del gatto (lettiere, ciotole di cibo ed acqua, tiragraffi…), effettuiamo queste spostamenti in anticipo, in modo che il nostro gatto possa abituarsi alle nuove ubicazioni senza stress.
  • Introduciamo i nuovi oggetti, come culle o fasciatoi, gradualmente. Ad esempio, potremmo inizialmente posizionarle in uno spazio neutro (quindi non vicino alle risorse importanti del gatto) e successivamente nella loro collocazione finale, in modo che il micio li avrà già esplorati, percependoli come oggetti familiari e meno “interessanti”, una volta presente il bambino.
  • Sempre qualche settimana prima dell’arrivo del bimbo, mostrare al gatto la carrozzina sia da ferma, magari spostandola in differenti stanze dell’abitazione, sia in movimento all’interno delle mura domestiche. Così facendo, l’animale imparerà a non avere paura di quest’oggetto.
  • Permettiamo al nostro gatto di esplorare la stanza del bimbo in anticipo, di familiarizzare con nuovi arredi, disposizione di mobili, odori. Siccome molti gatti gradiscono dormire nelle culle o nei lettini, per evitarlo, possiamo fornire al micio delle alternative che siamo interessanti, creando nella stanza dei punti di riposo come cuccette, scatole o altro che gradisca.
  • Qualora, invece, non volessimo che il gatto acceda alla cameretta o che saltasse su oggetti del bimbo quali, appunto, culle, carrozzine o fasciatoi, non permettiamoglielo fin da subito. Concedergli inizialmente l’utilizzo di spazi ed oggetti e poi, una volta arrivato il bambino, negarglielo inspiegabilmente, potrebbe causare un’associazione d’idee negativa, legata alla presenza del bimbo e generare stress.
Udito

Oltre all’olfatto, l’udito dei gatti è un senso molto potente e pertanto sensibile. La presenza di un bambino piccolo, comporterà inevitabilmente nuovi rumori, alcuni dei quali anche molto forti, che potrebbero spaventare o innervosire il gatto.

  • Per aiutarlo a prendere confidenza e abituarsi ai nuovi suoni, può essere utile registrare pianti, risa o altri vocalizzi di bambini, da far ascoltare gradualmente al nostro micio, partendo prima a una maggiore distanza (ad esempio da un’altra stanza) e volumi bassi, per poi avvicinarsi ed alzarne gradatamente il volume. In questi momenti, quando vediamo che il gatto è tranquillo e rilassato nell’ascoltare tali suoni, possiamo facilitare l’associazione positiva, premiando il micio con qualche snack o carezza.
Il primo incontro

E una volta che il bambino è nato? Da subito, possiamo attivare delle accortezze che possono aiutare il nostro gatto a familiarizzare.

  • Quando la mamma è ancora in ospedale, il papà può portare a casa qualche indumento usato dal bimbo o una copertina, da far annusare al gatto. Ricordiamoci che i gatti “conoscono” attraverso i suoni e l’olfatto. Concedergli di fare conoscenza col bambino annusandolo, ancor prima che arrivi in casa, gli permetterà di riconoscerlo una volta che sarà presente.
  • Durante i giorni del ricovero, è importante che il gatto non cambi le proprie abitudini, in modo da non alzare i livelli di stress e permettergli di essere più rilassato al momento dell’arrivo a casa del bimbo. Sarebbe pertanto importante, che in quei giorni venisse seguito da qualcuno, altri membri della famiglia o qualcuno di fiducia, che lo accudisca nelle sue routine quotidiane.
  • All’arrivo a casa, è importante che la mamma non entri subito con in braccio il nascituro, in quanto è stata assente per diversi giorni e tornando, porta con se moltissime nuove informazioni, odori, emozioni, che il gatto deve avere il tempo di elaborare. È quindi consigliabile che la mamma entri in casa da sola, lasciando il bimbo ad una persona accompagnatrice ed una volta entrata, saluti adeguatamente il gatto per qualche minuto. A questo, punto la persona accompagnatrice potrà entrare col bimbo, sedersi tutti tranquillamente su un divano ed aspettare che il gatto si avvicini per annusarlo, solo se vuole. Mai forzare l’interazione, obbligando il gatto ad avvicinarsi se non se la sente. Se il micio mostra calma in presenza del bimbo, rinforzare le associazioni positive con premietti, coccole e immancabili momenti di gioco.
Crescere insieme

E quando il bambino comincia a crescere e a gattonare?

  • In questa fase, è opportuno che i genitori siano attenti mediatori delle interazioni fra gatto e bambino. È importante che mamma e papà forniscano al bimbo, in funzione alle fasi di crescita, i giusti insegnamenti su come relazionarsi con micio in modo appropriato, come e dove accarezzarlo e fargli capire che vi sono luoghi e momenti in cui il gatto ha diritto di non essere disturbato. Per facilitare tale condizione, è utile installare dei cancelletti che permettano al gatto di avere accesso esclusivo alle sue risorse essenziali e ai luoghi di riposo (che devono sempre essere plurimi e alcuni posizionati in alto), senza correre il rischio di essere disturbato.
  • Ricordiamo che i nostri amici gatti sono individui sensibili. Educare i bambini ad un corretto modello di comportamento con gli animali, vuol dire insegnargli a conoscerli, rispettarli e amarli.

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